Devi uscire, perché devi fare la spesa, o andare alla posta per fare quel certo servizio, oppure devi andare a prendere i tuoi figli a scuola, o anche solo per andare a lavoro… e lì inizia l’incubo:
- la tachicardia,
- le gambe che tremano, la sensazione di vuoto che inizia a farsi spazio nella testa,
- la paura di svenire, o di impazzire, addirittura di morire che prende il sopravvento.
Allora chiedi aiuto.
“Ti prego, puoi andarci tu al mio posto?”. “Non mi sento bene, puoi prendere tu i bambini?”. “Se ti trovi a far la spesa puoi comprare il detersivo anche per me?”.
La delega, la richiesta di aiuto, è la prima soluzione che viene in mente. D’altra parte, come si fa a far ciò che si dovrebbe fare con quelle sensazioni addosso?
Almeno ci si rilassa, ci si distende, ci si tranquillizza, sperando che domani sia un giorno migliore.
Ma proprio come accade a chi cerca di venir fuori dalle sabbie mobili e, nel tentativo di divincolarsi, finisce per cadere sempre più a fondo, la richiesta di aiuto nel caso degli Attacchi di Panico e dell’Ansia alimenta il problema invece di risolverlo.
Ogni volta che si chiede aiuto si causano,infatti, 2 effetti contraddittori:
- Da una parte, in prima battuta, ci si alleggerisce della tensione. Ci si rilassa, ci si sente sollevati.
- Ma dall’altra parte, in seconda battuta, altre sensazioni iniziano a prendere piede… la sensazione di aver vissuto un ulteriore fallimento, la consapevolezza di non avercela fatta, di aver dimostrato a se stessi (prima ancora che agli altri) la propria incapacità.
Come fosse un mostro ingordo, il senso di incapacità spinge ad arrendersi e nello stesso tempo diventa più forte ogni volta che, effettivamente, ci si arrende.
In questi casi, quindi, è importante intervenire anche con un buon percorso terapeutico per bloccare il circolo vizioso degli evitamenti e delle richieste di aiuto così da fare nuove esperienze che permettano di cambiare la propria percezione della realtà e di riscoprire e riutilizzare le risorse che il problema ha contribuito a mantener nascoste nel tempo.
Dott.ssa Roberta Guzzardi
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