Nello scorso articolo (clicca qui per leggerlo) abbiamo detto quanto sia importante per superare l’ansia il soffermarsi su come funziona il problema, lasciando in secondo piano il cosa lo ha generato.
Ma se analizzare il buon o cattivo funzionamento degli ingranaggi di un macchinario potrebbe essere più chiaro e semplice da fare, analizzare il buon o cattivo funzionamento della mente diventa molto più complesso se non si ha un libretto di istruzioni a guidarci che ci indichi esattamente su cosa soffermare l’attenzione, quali sono gli ingranaggi direttamente collegati all’ansia e come dovrebbe essere il loro buon funzionamento.
Quali sono i meccanismi che portano all’ansia?
Vediamoli uno alla volta…
Meccanismo numero uno: l’ansia è la conseguenza di una cattiva gestione della paura.
Nessun essere umano al mondo è immune alla paura. Tutti abbiamo paura, di diverse cose, è un’emozione necessaria alla nostra sopravvivenza. Forse lo avrai già sentito dire, ma di certo senza la paura i nostri antenati sarebbero morti sbranati dai leoni visto che non avrebbero provato nessun istinto alla fuga.
Quindi la paura esiste in natura e ne abbiamo bisogno per sopravvivere.
Quand’ è che diventa un problema?
Quando il nostro modo di rispondere alla paura diventa controproducente ed invece di allargare le possibilità di sopravvivenza le diminuisce relegandoci a poco a poco in uno spazio vitale minimo.
Pensaci bene… cosa accadrebbe se la madre di un bambino piccolo spaventato dai mostri nell’armadio gli dicesse di scappare via dalla sua stanza e di chiudersi a chiave in cucina per non essere preso dal mostro? Di certo il bambino avrebbe una conferma del fatto che nell’armadio c’è qualcosa da temere e che bisogna stargli alla larga!
Cosa accadrebbe invece se la stessa madre dello stesso bambino lo accompagnasse con serenità ad aprire le ante dell’armadio per verificare in prima persona che nell’armadio non c’è nessun mostro? Il bambino avrebbe la prova dell’infondatezza delle proprie paure e notte dopo notte, prova dopo prova, il terrore per l’ignoto lascerebbe spazio ad un coraggio conquistato.
La paura funziona proprio così: quando fuggiamo essa si alimenta, quando la guardiamo in faccia si trasforma in coraggio.
Il coraggio in natura non esiste, possiamo solo costruircelo affrontando le cose di cui abbiamo paura.
Quindi, ogni volta che nella tua vita eviti delle situazioni, delle persone, dei luoghi per paura, la paura sei tu in prima persona ad alimentare proprio ciò che vorresti annullare, ossia la paura stessa.
E questo è il primo ingranaggio che funziona male e che porta allo sviluppo dell’ansia e degli attacchi di panico.
Come si rimette a posto questo ingranaggio? E’ importante affidarsi ad un esperto per fare un percorso che ti conduca lentamente e senza passi azzardati ad affrontare una dopo l’altra le cose che oggi hai paura di affrontare per renderti di nuovo capace, a poco a poco e senza scossoni, di costruire il coraggio che oggi senti mancarti e che ti farà essere in grado di andare ad aprire le ante dell’armadio con una nuova e fondata sicurezza interiore.
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